BARI, DICEMBRE 2024 – La Vertigine Posizionale Parossistica Benigna (VPPB) è un disturbo dell’organo dell’equilibrio contenuto all’interno dell’orecchio interno che causa episodi improvvisi e brevi di vertigini, che si verificano spesso al risveglio o al cambiamento delle posizioni della testa sul letto.
Perché si verifica la Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
Questa forma di vertigine si verifica a causa del distacco di piccoli cristalli di carbonato di calcio, chiamati otoliti, che si spostano dalla loro posizione naturale e finiscono in posti sbagliati dell’organo dell’equilibrio. Nel momento in cui poi gli otoliti si muovono, inviano segnali errati al cervello, causando la comparsa delle vertigini.
Quali sono i sintomi caratteristici della Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
Questa malattia si presenta con vertigini intense e improvvise in cui tutti gli oggetti si muovono attorno al paziente, spesso scatenate da movimenti della testa come alzarsi dal letto, piegarsi o girare la testa. Si tratta di vertigini di breve durata che possono durare da pochi secondi a qualche minuto. Si possono accompagnare a nausea, vomito, tachicardia, tutti fenomeni neurovegetativi che non sono direttamente collegati alle vertigini, ma che si sviluppano come meccanismi di difesa attivati dall’organismo che vive una sensazione nuova e inattesa. La vertigine che si sviluppa va distinta dalla sensazione di instabilità che potrà perdurare dopo l’attacco. Durante questa sensazione di instabilità il paziente non vede gli oggetti muoversi attorno a sé, ma non riesce a camminare autonomamente o a stare in piedi. Questa sensazione di instabilità potrà persistere anche diversi giorni dopo la risoluzione della malattia, fino a quando il cervello non svilupperà dei nuovi meccanismi di compenso di equilibrio.
Quali sono le cause che portano allo sviluppo della Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
La VPPB può essere causata da diversi fattori, tra cui:
- traumi cranici: anche traumi lievi possono causare lo spostamento degli otoliti;
- infezioni dell’orecchio: infezioni particolarmente importanti che possono coinvolgere l’orecchio e il sistema vestibolare possono causare infiammazione e spostamento degli otoliti;
- carenza di calcio: la carenza di calcio è una delle condizioni più recenti descritte dalla letteratura, per la quale può essere indicata una successiva valutazione di densitometria ossea;
- deficit vascolari: i deficit a carico del microcircolo dell’orecchio e del sistema vestibolare sono molto più frequenti in soggetti anziani, con ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, etc.
Come fa il medico a fare diagnosi di Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
Il medico può diagnosticare questa forma di vertigine attraverso degli esami fatti sul lettino, mediante la valutazione di uno specifico movimento degli occhi che prende il nome di “nistagmo”. A seconda dello spostamento degli occhi, il medico capisce qual è la parte dell’organo dell’equilibrio coinvolta e decide quali manovre del capo esercitare nel paziente per poter rimettere gli otoliti al proprio posto, facendo così cessare le vertigini.
Esistono degli strumenti innovativi che permettono di avere una diagnosi “certa”?
Uno strumento di recente innovazione tecnologica, il “Video Head Impulse Test” (VHIT), permette attraverso una telecamera ad alta tecnologia e attraverso un software computerizzato di rilevare la presenza di movimenti oculari rapidi che potrebbero essere non visibili ad occhio nudo, fornendo così una misura quantitativa della funzione dei riflessi del sistema vestibolare. Attraverso questo test è così possibile valutare la funzionalità dei canali semicircolari dell’orecchio interno. Questo test è particolarmente utile per avere una diagnosi di certezza sulle cause di vertigini e sulle alterazioni dell’equilibrio.
Come si cura la Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
Il trattamento più comune della Vertigine Posizionale Parossistica Benigna prevede l’esecuzione di alcune manovre riabilitative (manovra di Epley, di Semont, etc.), una serie di movimenti della testa che aiutano a riposizionare gli otoliti. In alcuni casi può anche essere necessario eseguire degli esercizi di riabilitazione vestibolare che aiutano a migliorare l’equilibrio e a velocizzare la coordinazione e la ripresa del normale equilibrio del paziente.
Ci sono dei farmaci che aiutano a velocizzare la ripresa del paziente?
Alcuni farmaci che vengono normalmente assunti nel caso di Vertigine Posizionale Parossistica Benigna (come il Vertiserc) hanno un’azione a livello dei nuclei vestibolari centrali, possono migliorare la ripresa del paziente, ma non hanno un’indicazione specifica per il trattamento di questa patologia. Possono essere di particolare aiuto altri dispositivi medici o integratori a base di Vit. D (nei casi di carenza di Calcio), a base di citicolina, magnesio e vitamine che aiutano il rilassamento del paziente e il suo recupero psico-fisico.
Cosa si sa di nuovo su questa patologia?
Recenti studi pubblicati in letteratura hanno evidenziato che questa patologia è particolarmente frequente nei soggetti adulti e anziani, non per una stretta correlazione con l’età, ma perché con l’età aumentano i casi di carenza di calcio e osteopenia o perché spesso il paziente è affetto da crisi ipertensive non note e disturbi del microcircolo lievi (iperglicemia, ipercolesterolemia, etc.). In questi casi è importante il ruolo del medico specialista otorino che non deve solo risolvere la crisi vertiginosa in atto, ma deve anche orientare il paziente alla prevenzione e aiutarlo ad identificare precocemente queste condizioni.
Quali sono i rischi cui vanno incontro i pazienti che soffrono frequentemente di Vertigine Posizionale Parossistica Benigna?
Le crisi vertiginose non sono un pericolo immediato per la vita del paziente. È sufficiente sottoporlo a manovre liberatorie per aiutarlo nella rapida guarigione. Piuttosto, se le crisi di distacco degli otoliti hanno origine in condizioni di carenza di calcio e osteopenia, il paziente corre tutti i rischi correlati a condizioni di osteoporosi, come ad esempio rischio di fratture ossee, che possono rivelarsi particolarmente infauste soprattutto nei pazienti in età più avanzata. Altra condizione di rischio, secondo gli studi più recenti presenti in letteratura, sono i disturbi del microcircolo che se persistenti nel tempo possono interessare anche il sistema nervoso centrale, facendo comparire precocemente demenza senile o ictus.
Ricorda:
non tutte le forme di vertigini sono uguali: alcune possono essere causate da un disturbo dell’organo dell’equilibrio presente nell’orecchio, altre possono essere causate dal sistema nervoso centrale, da una disfunzione della colonna vertebrale, da patologie cardiologiche, dall’utilizzo di farmaci, e molto altro ancora;
non tutte le forme di vertigini causate dall’orecchio sono uguali: mentre la Vertigine Posizionale Parossistica Benigna è una patologia non pericolosa, che si cura semplicemente con l’esecuzione di specifiche manovre di riposizionamento, ci sono altre forme di vertigine che si sviluppano nell’organo dell’equilibrio che possono essere causate da infezioni (infezioni ricorrenti delle alte vie respiratorie, otiti invernali o estive, COVID-19, etc.), da patologia traumatica, da patologia vascolare, da patologia tumorale;
il “Video Head Impulse Test” è un test innovativo che aiuta a definire con certezza la presenza o l’assenza di una patologia dell’equilibrio: questo test è più preciso rispetto alla valutazione fatta con il solo occhio umano;
- riferisci al tuo medico se ti sei accorto anche di un abbassamento dell’udito o della comparsa di acufeni: questi segni possono aiutare a definire delle patologie diverse rispetto alla Vertigine Posizionale Parossistica Benigna;
l’esame audiometrico non aiuta a definire tutte le patologie del sistema vestibolare: questo esame è di aiuto nella sola sindrome di Meniere;
non sottovalutare la Vertigine Posizionale Parossistica Benigna: anche se è una patologia benigna, potrebbe essere il campanello di allarme che ti aiuta a prevenire problematiche ossee o di invecchiamento precoce del sistema nervoso centrale;
lavora (e molto) sullo stile di vita: alimentazione, farmaci assunti per patologie croniche, abitudini di vita, stress influiscono (tanto) sul rapporto che il cervello ha con gli altri organi (con il sistema immunitario, con il sistema digerente, con il sistema vestibolare, etc.);
di fronte ad una malattia di cui non hai mai sentito parlare, non aver timore, sii scettico e fai domande al tuo medico: perché facciamo questo esame? è necessario? da cosa è determinata questa malattia? quali sono gli effetti collaterali di questo medicinale? e per quanto tempo devo prenderlo? ci sono rischi? dovrò fare un intervento?
dopo essere stato dal tuo medico, chiediti: ha ascoltato pazientemente le mie preoccupazioni? mi ha spiegato adeguatamente le cure necessarie? era un buon comunicatore? mi guardava negli occhi mentre parlavamo? era empatico, paziente, affabile e professionale?
se il medico non risponde alle tue domande: non aver timore di cambiare medico e chiedere un secondo o un terzo parere;
non cercare le tue risposte sul Dr. Google: i meccanismi di indicizzazione di un argomento sui motori di ricerca presenti nel web seguono algoritmi che non corrispondono alla logica prevista dalla scienza medica e potrebbero darti false speranze o facili illusioni su un problema che magari non è associato al tuo quadro clinico, facendoti spaventare senza motivo o facendoti sottovalutare un problema che magari può essere molto serio.
In ogni caso, in presenza di vertigini che non si risolvono spontaneamente, è fondamentale ricorrere ad una valutazione medica specialistica otorino per valutare se iniziare al più presto un trattamento medico adeguato. Il medico sarà in grado di diagnosticare correttamente la condizione e prescrivere il trattamento appropriato e prevenire complicanze.
Ascolta il tuo medico. La miglior difesa per te e per la tua salute è lui: un medico di cui ti fidi.
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L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).
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