BARI, MARZO 2022 – Terapia farmacologica e alimentazione non bastano. È la conclusione dei più recenti studi scientifici multidisciplinari che coinvolgono anche l’otorino. Per combattere il reflusso è fondamentale curare anche il rapporto tra mente e corpo.
Un intero numero della rivista bimestrale “Mente Corpo“, curata dallo psicologo Raffaele Morelli, nel mese di gennaio-febbraio 2022 (n. 155), si sofferma su quanto siano diffuse nella popolazione gastrite, acidità e reflusso, e quanto sia importante imparare ad ascoltare le proprie emozioni quotidiane e “imparare a digerirle”, così come dice lo psicoterapeuta.
A cominciare dalla tavola. Non è fondamentale solo il tipo di cibo e la quantità di cibo che si mangia. Ma anche mangiare in condizioni rilassate. Non consumare cibi in fretta. Mangiare in uno stato di rilassamento, in un ambiente che piace. E poi, cucinare con amore, preparare i piatti che piacciono di più, non concentrandosi su ciò che si mangia pensando se può essere responsabile di qualche problema di salute oppure no. E mangiare con le persone con cui si sta bene. Il ruolo della psicosomatica è fondamentale e insegna a prendere in considerazione anche la componente emotiva a tavola.
E poi, nella vita di tutti i giorni, l’importanza della metabolizzazione della rabbia. Un passo fondamentale perché lo stomaco, secondo gli psicologi, sviluppa una laboriosa e lenta “digestione” della rabbia e di tutte le emozioni negative. I succhi gastrici vengono chiamati in causa continuamente, scatenando problemi digestivi e contribuendo all’aumento della malattia da reflusso. Più che arrabbiarsi in modo non costruttivo, un percorso di psicoterapia può aiutare a metabolizzare le proprie emozioni. Imparando ad arrabbiarsi senza porsi troppi freni, dice lo psicologo. Accettando le situazioni e le difficoltà della propria vita, facendo quel che si può, concedendosi momenti in cui poter scaricare la tensione, trovandosi una valvola di sfogo.
L’origine psicosomatica di questi disturbi otorino delle vie digerenti può aiutare anche gli specialisti otorino a comprendere perché a volte la terapia farmacologica non basta. E perché è importante andare più a fondo. Per imparare a convivere con un disturbo difficile da debellare. O, magari, riuscire a superarlo.
Via | Riza
L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).
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