BARI, OTTOBRE 2023 – Con il ritorno dell’inverno e delle temperature più fredde ritorna l’incubo COVID. Non solo febbre, tosse, mal di gola, artralgie. Secondo gli studi medici più recenti derivati dall’esperienza otorino degli scorsi anni, il COVID può svolgere un ruolo anche nella comparsa di sindromi vertiginose.
In questo articolo cercheremo di capire quali tipi di vertigini possono svilupparsi in caso di infezione da COVID-19, se si guarisce e se, dopo la guarigione, persistono nel tempo dei reliquati a carico del sistema vestibolare.
Iniziamo dal principio. Cosa sono le vertigini?
Le vertigini rappresentano una sensazione anomala di movimento di un soggetto o del mondo attorno a sé. Le vertigini possono essere causate da diversi fattori che non necessariamente hanno a che fare con l’otorino. Queste cause possono colpire principalmente l’orecchio e il sistema vestibolare, come nel caso di labirintiti, vertigini posizionali causate da otoliti, sindrome di Meniere, ma in altri casi possono anche avere a che fare con il sistema nervoso centrale.
Quali sintomi percepiscono i soggetti che hanno una vertigine?
Durante le crisi vertiginose l’individuo può percepire la rotazione degli oggetti attorno a sé (vertigine oggettiva), può sentirsi ruotare come una trottola (vertigine soggettiva), o può sentirsi instabile, come un ubriaco (sensazione di instabilità alla deambulazione, anche nota con il nome di “dizziness”). Il paziente può avvertire un abbassamento dell’udito, la comparsa di acufeni o il mal d’orecchio. In questo caso, con il coinvolgimento dell’orecchio, diventa fondamentale una valutazione di uno specialista otorino. Ma i sintomi delle vertigini non riguardano solo il distretto otorino. Possono anche coinvolgere il sistema nervoso centrale: difficoltà ad articolare le parole, difficoltà nel ricordare persone o attività svolte, perdita della forza negli arti e così via. Nausea, vomito e sudorazione profusa per quanto invece spaventino tantissimo il paziente, in realtà rappresentano solo delle reazioni di difesa che il sistema neurovegetativo sviluppa in risposta alla comparsa della vertigine e che non sono specificatamente indicativi di una maggiore gravità della malattia.
Le vertigini sono tutte uguali?
No, le vertigini non sono tutte uguali. Esistono diversi tipi di vertigini che possono essere causate da diverse condizioni o disturbi. La forma più comune di vertigine è causata da un danno a carico del sistema vestibolare: labirintite, neurite vestibolare o vertigine posizionale parossistica benigna causata dallo spostamento degli otoliti sono le forme più comuni di deficit che possono coinvolgere l’organo dell’equilibrio che viene studiato dallo specialista otorino. Altri tipi di vertigine, invece, possono essere causati da disturbi del sistema nervoso centrale, come ictus, sclerosi multipla o lesioni cerebrali. Le vertigini centrali possono essere più gravi e possono essere associate ad altri sintomi neurologici.
Le vertigini possono essere provocate anche dal COVID?
Sì. Dai più recenti lavori scientifici che hanno raccolto tutte le infezioni da COVID emerse nel corso degli ultimi anni che hanno colpito l’orecchio e il sistema vestibolare, è emerso che il COVID può determinare danni acuti anche al sistema vestibolare causando la comparsa di vertigini. Non si tratta di manifestazioni frequenti, ma diversi studiosi hanno riportato questi casi in letteratura.
La vertigine causata dal COVID può persistere nel corso dei mesi?
No. L’infezione da COVID che causa la comparsa di vertigine non lascerebbe sequele significative. Il recupero che si determina in questi pazienti è molto simile a quello che avviene nel caso delle patologie vestibolari normali come la neuronite vestibolare e la vertigine parossistica posizionale benigna causata dallo spostamento degli otoliti. Con la terapia otorino, il recupero del paziente è completo nell’arco delle settimane successive all’infezione.
Come fa il COVID a colpire il sistema vestibolare?
Secondo gli studiosi, l’ipotesi più accreditata è che il virus prenda di mira direttamente le strutture dell’orecchio interno e del sistema vestibolare. Il vantaggio di questa infezione è che il coinvolgimento a carico del sistema vestibolare sembra essere transitorio. Al punto che il coinvolgimento di queste strutture si risolve spontaneamente nella maggior parte dei casi. D’altra parte, la vertigine non è un sintomo comune tra i pazienti sintomatici o asintomatici colpiti dal COVID. Il danno vestibolare generato dal COVID-19 non sarebbe permanente e non lascerebbe postumi significativi, potendo guarire spontaneamente.
Ricorda:
le vertigini non sono tutte uguali: possono colpire i bambini, gli adulti o gli anziani, ma ognuna di esse ha una ragione ben precisa e necessita di esami e di terapie ben precise;
i farmaci non sono tutti uguali e non aiutano a risolvere le crisi vertiginose se prima non è chiaro da cosa esse dipendono: farmaci come il Vertiserc non risolvono tutte le crisi vertiginose ed è per questo motivo che è fondamentale capire cosa ha scatenato questa vertigine;
le medicine non sono la cura per tutto: che si tratti di patologie otorino pediatriche o dell’adulto o che si tratti di prevenzione, le medicine, gli integratori aiutano, ma non sono la soluzione definitiva; stile di vita e alimentazione sono fondamentali per ridurre il rischio di contrarre infezioni;
non assumere terapie antibiotiche con semplicità alla prima febbre o alla prima infezione delle alte vie respiratorie: assumere l’antibiotico senza motivo può esporti ai rischi dell’assunzione di un farmaco (fotosensibilità, reazioni allergiche, shock anafilattico, etc) senza aiutarti a risolvere una patologia infettiva che in realtà potrebbe dipendere da altro (alga tossica, infiammazione di origine virale, da COVID-19, etc.);
non somministrare a te stesso o ai tuoi bambini antinfiammatori o antipiretici con semplicità: anche questi farmaci non sono scevri da effetti collaterali indesiderati se assunti senza motivo;
non sostituire i farmaci consigliati dal tuo medico con semplicità: non farti condizionare da sconti o dai consigli del farmacista, e se c’è carenza di un prodotto in farmacia chiedi quando il prodotto tornerà disponibile; se il tuo medico ti ha prescritto quella molecola con una precisa ragione, sostituendola vanificherai il vostro obiettivo;
lavora (e molto) sullo stile di vita: alimentazione, farmaci assunti per patologie croniche, abitudini di vita, stress influiscono (tanto) sul rapporto che il cervello ha con gli altri organi (con il sistema immunitario, con il sistema digerente, etc.);
di fronte ad una malattia di cui non hai mai sentito parlare, non aver timore, sii scettico e fai domande al tuo medico: perché facciamo questo esame? è necessario? da cosa è determinata questa malattia? quali sono gli effetti collaterali di questo medicinale? e per quanto tempo devo prenderlo? ci sono rischi? dovrò fare un intervento?
dopo essere stato dal tuo medico, chiediti: ha ascoltato pazientemente le mie preoccupazioni? mi ha spiegato adeguatamente le cure necessarie? era un buon comunicatore? mi guardava negli occhi mentre parlavamo? era empatico, paziente, affabile e professionale?
se il medico non risponde alle tue domande: non aver timore di cambiare medico e chiedere un secondo o un terzo parere;
non cercare le tue risposte sul Dr. Google: i meccanismi di indicizzazione di un argomento sui motori di ricerca presenti nel web seguono algoritmi che non corrispondono alla logica prevista dalla scienza medica e potrebbero darti false speranze o facili illusioni su un problema che magari non è associato al tuo quadro clinico, facendoti spaventare senza motivo o facendoti sottovalutare un problema che magari può essere molto serio.
Ascolta il tuo medico. La miglior difesa per te e per la tua salute è lui: un medico di cui ti fidi.
L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).
Condividi