Acufeni: con gli antinfiammatori può aumentare il rischio
BARI, FEBBRAIO 2022 – L’utilizzo frequente di farmaci antinfiammatori e analgesici da banco è associato ad un rischio di sviluppare un acufene maggiore del 20% rispetto a quanto potrebbe accadere nella popolazione normale.
Si tratta di un recente studio che ha affrontato uno dei disturbi otorino più diffusi nella popolazione mondiale. La ricerca è stata pubblicata dai ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston, negli USA, che hanno analizzato l’incidenza degli acufeni in persone che fanno uso frequente di questo tipo di farmaci nella loro vita quotidiana.
Gli studiosi hanno esaminato oltre 69.000 soggetti di sesso femminile di età compresa tra 31 e 48 anni e li hanno seguiti per oltre 20 anni, monitorizzando la comparsa di acufene in associazione alla loro condizione di salute e all’utilizzo di farmaci.
È così emerso che l’utilizzo frequente di acido acetilsalicilico e di paracetamolo, per 6-7 giorni a settimana, a dosi moderate, è associato ad un rischio più elevato di quasi il 20% della comparsa di acufene. Percentuale di rischio che tende ad aumentare con l’aumentare della frequenza di utilizzo del farmaco. Mentre un uso a basse dosi (con meno di 100 mg) di questi farmaci sembra non essere associato alla comparsa di questo disturbo.
Solo negli USA, secondo le ultime statistiche, ci sono 20 milioni di individui che soffrono di acufene. Ben 3 milioni di soggetti sono colpiti da acufeni gravi e invalidanti. Una malattia che, nella maggior parte dei casi, ha un’origine ignota e contro cui sono scarsi i benefici determinati dalle varie terapie otorinolaringoiatriche oggi in commercio.
Per questo motivo i ricercatori suggeriscono di porre estrema attenzione nei confronti dell’utilizzo incontrollato di questi farmaci, anche se il loro acquisto è possibile senza il consulto di un medico e senza ricetta.
L’articolo, è stato pubblicato sul Journal of General Internal Medicine, e necessita di ulteriori approfondimenti sui soggetti di sesso maschile, ma rappresenta sicuramente un primo passo nella comprensione e nella prevenzione di uno dei disturbi più insidiosi dell’ambito audiologico e otorinolaringoiatrico.
Via | Curhan, S.G., Glicksman, J., Wang, M. et al. Longitudinal Study of Analgesic Use and Risk of Incident Persistent Tinnitus. J GEN INTERN MED (2022). https://doi.org/10.1007/s11606-021-07349-5
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica in ambito ORL e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora alla stesura Ministeriale di Linee Guida in ambito otorinolaringoiatrico e ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore e coordinatore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica“.