BARI, SETTEMBRE 2021 – È temuto fin da bambini, ma il cerume è davvero sempre un nemico da combattere? In questo articolo abbiamo provato a raccogliere le domande più frequenti che i pazienti pongono all’otorinolaringoiatra sul tappo di cerume.
Cos’è il cerume?
Il cerume è una sostanza che viene prodotta da tutti gli esseri viventi muniti di orecchie, per mezzo di ghiandole presenti all’interno del condotto uditivo esterno (infatti anche gli animali producono cerume). Si tratta di una sostanza lubrificante, di consistenza cerosa, dal colore giallo o marrone.
È pericoloso avere il cerume?
Diversamente da quanto si crede, il cerume non è sempre un nemico: la sua acidità intrinseca, infatti, evita che batteri e funghi possano riprodursi agevolmente all’interno del condotto uditivo, evitando la comparsa di temibili otiti. Contro i batteri, ma non solo. Il cerume riesce a tenere lontani anche gli insetti dal condotto uditivo, insetti che risiederebbero favorevolmente in questo luogo per la presenza di calore ed umidità.
Quando diventa un problema avere il cerume nelle orecchie?
I problemi iniziano se la produzione di cerume diventa eccessiva. Al di là del problema estetico, il cerume può dare difficoltà nell’ascoltare e causare ipoacusia, ma può anche causare la comparsa di fastidiosi fischi nell’orecchio (acufeni). Oltre a tutto questo, quando il cerume si riempie di acqua (al mare o in piscina), si gonfia come una vera e propria spugna e può essere responsabile di dolore o, peggio, spingendo sulle pareti del condotto, può causare delle vere e proprie infiammazioni ed essere responsabile della comparsa di otiti esterne.
Ma perché in alcuni pazienti si forma il cerume nelle orecchie e in altri no?
Non c’è un motivo specifico per cui questa produzione possa aumentare in un soggetto rispetto ad un altro, o in un orecchio rispetto all’orecchio opposto. Più comunemente la ragione può risiedere in una eccessiva produzione di questa sostanza (o, più comunemente, nell’accumulo di questa produzione nel corso dei mesi e degli anni), o nell’alterazione del normale funzionamento di piccole cellule ciliate che sono localizzate nella porzione più esterna del condotto uditivo. Queste piccole cellule, caratterizzate dalla presenza di piccole e invisibili ciglia (una sorta di piccoli e invisibili peli), lavorano per portare fuori dal condotto uditivo l’eccesso di cerume che si forma nel condotto uditivo. Ed è per questo motivo che, di norma, e di tanto in tanto, ritroviamo l’imbocco del condotto uditivo esterno sporco di cerume.
Utilizzo i cotton-fioc per pulirmi le orecchie. Faccio bene?
Attenzione! L’utilizzo di corpi estranei all’interno del condotto uditivo (bastoncini di cotone, cotton-fioc o anche semplici auricolari) può creare delle microlesioni a carico di queste piccole ciglia che, così, non funzioneranno più a dovere. E non condurranno più il cerume dall’interno del condotto uditivo verso l’esterno. Ed è questo il motivo più comune per cui il cerume inizierà ad accumularsi all’interno del condotto uditivo fino a formare dei veri e propri tappi. Oltre a questo, i cotton-fioc possono creare delle lesioni in corrispondenza delle pareti del condotto uditivo con sanguinamenti o, peggio, causare delle vere e proprie perforazioni della membrana timpanica che possono richiedere, successivamente, un intervento chirurgico di riparazione.
E allora come devo pulire le orecchie? Le candele che si vendono in farmacia funzionano?
I coni di cera (e le candele) vendute in farmacia sono fortemente sconsigliate. Questi coni, infatti, dopo essere stati accesi come una candela, sfruttano la combustione per ammorbidire il cerume e favorirne il passaggio all’interno di un cono cerato che dovrebbe poi aiutare nella rimozione del cerume. Questi strumenti possono rivelarsi particolarmente pericolosi sia perché possono essere responsabili di vere e proprie ustioni del condotto (in particolar modo nei condotti uditivi più stretti e/o tortuosi), sia perché i residui di cera di queste candele possono sciogliersi e andare a finire nel condotto uditivo (o, peggio, sulla membrana), causando seri problemi a carico dell’udito del paziente.
E gli spray e le gocce che si vendono in farmacia sono utili?
Spray e gocce che si vendono in farmacia non riescono ad eliminare gli eccessi di cerume presenti all’interno del condotto uditivo. Possono invece rivelarsi utili per ammorbidire il cerume e consentire all’otorino di rimuoverlo con più cura e senza causare traumatismi alla cute del condotto che potrebbe poi darci qualche piccolo fastidio durante l’azione dell’otorino.
Quindi l’unica soluzione per togliere il cerume è l’otorino? E come lo rimuove l’otorino?
L’otorino è l’unico in grado di potersi rendere conto di quanto cerume è presente nel condotto uditivo, della consistenza del cerume (se è sufficientemente morbido o se è duro come una pietra), di dove si trova all’interno del condotto (se è sufficientemente vicino all’imbocco del condotto uditivo o se è molto in fondo, adeso alla membrana timpanica). E poi, ancora, si renderà conto di quanto è largo o stretto il condotto, di quanto è tortuoso e – soprattutto – delle condizioni in cui si trova la membrana timpanica prima (se è visibile) e dopo la rimozione del cerume. Tutti questi elementi aiuteranno l’otorino a scegliere quale strumento utilizzare per rimuovere il cerume: lavaggio, aspirazione o pinze e uncini. Tutti questi strumenti hanno dei pro e dei contro. Sarà l’otorino a rendersi conto di quale sarà il migliore per le diverse situazioni che gli si presenteranno davanti.
Ma il lavaggio posso farlo io a casa, così come fa l’otorino?
Tutte le pareti del condotto uditivo sono dure perché di consistenza ossea, tranne una. L’ultima, in fondo: la membrana timpanica. Questo è il motivo per cui il rischio più grande che si può presentare durante un lavaggio auricolare è quello di creare una perforazione della membrana timpanica. Il getto d’acqua, urtando contro questo luogo di minore resistenza (specie in condizioni in cui la membrana è particolarmente infiammata), può creare un vero e proprio buco. Lo specialista, invece, si rende prima conto delle condizioni del tappo di cerume, della sua consistenza, delle caratteristiche anatomiche del condotto uditivo e dello stato della membrana timpanica. E, in base alla situazione che gli si presenta davanti, orienterà il flusso del lavaggio in modo tale da evitare l’urto contro la membrana e favorire la fuoriuscita del cerume.
Ma allora io a casa come devo pulire le orecchie?
Le orecchie si puliscono semplicemente con la punta dell’asciugamano, bagnata all’acqua calda, giusto nell’imbocco del condotto uditivo. Solo e soltanto per rimuovere gli eccessi di cerume che si sono accumulati all’esterno. All’interno del condotto uditivo l’unico che è in grado di operare è il medico, e in particolare lo specialista otorino.
L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).