BARI, SETTEMBRE 2023 – Si tratta di una patologia onnipresente, e secondo alcuni studi ben 4 volte più presente del (più famoso) reflusso gastro-esofageo (GERD). Il reflusso laringo-faringeo colpisce nei soli USA ben 100 milioni di americani.
Ma che cos’è questo reflusso laringo-faringeo (LPR) e perché il mio medico mi parla solo del reflusso gastro-esofageo? E perché gli altri otorino da cui sono stato non lo conoscono o ne minimizzano gli effetti? Sono la stessa cosa oppure no?
Iniziamo dal principio. Reflusso laringo-faringeo e reflusso gastro-esofageo NON sono la stessa cosa. E allora, che cos’è il reflusso laringo-faringeo?
Il Reflusso Laringo-Faringeo (LPR, acronimo di Laryngo-Pharyngeal Reflux) è una patologia causata dalla risalita del contenuto acido presente nello stomaco a livello della gola (laringe e faringe). Laringe e faringe anatomicamente sono differenti rispetto all’esofago (dove si sviluppa il reflusso gastro-esofageo): hanno un epitelio molto più fragile e sono quindi molto più suscettibili all’acidità proveniente dallo stomaco. Secondo alcuni studi mentre l’esofago, più robusto, resiste a 50 episodi di risalita di acido al giorno, la mucosa laringea e faringea, più fragile, si danneggia dopo soli 3 episodi di risalita di acido che si possono sviluppare anche nell’arco di una intera settimana.
Si tratta di due malattie completamente diverse: il reflusso gastro-esofageo è pertanto di competenza del gastroenterologo, che lo studia con l’esecuzione di una gastroscopia; il reflusso laringo-faringeo, invece, è di competenza dell’otorinolaringoiatra che, con l’esecuzione di una fibro-laringoscopia, esamina specifiche zone di laringe e faringe (codificate scientificamente secondo criteri internazionali) che sono le regioni più esposte alla risalita del contenuto acido dallo stomaco.
Quali sono i sintomi del reflusso laringo-faringeo?
Il paziente con reflusso laringo-faringeo si presenta con raucedine, tosse stizzosa, sensazione di corpo estraneo in gola. Questi sintomi, fino a 30 anni fa, venivano identificati dallo specialista otorino (semplicisticamente) come “faringite cronica”. Oggi, grazie all’avvento delle indagini con fibre ottiche (la fibro-laringoscopia) e grazie agli infiniti studi condotti in questo campo, i medici otorino più giovani sanno bene che questi sintomi devono essere ricondotti alla risalita del contenuto acido dello stomaco verso la laringe e la faringe. La “faringite cronica” è una diagnosi che appartiene al passato: questi sintomi sono in realtà specchio di una nuova malattia, chiamata “reflusso laringo-faringeo”.
Ci sono altre malattie di orecchio, naso e gola che possono avere una correlazione con il reflusso laringo-faringeo?
Non solo laringe e faringe. Diverse ricerche condotte su adulti e bambini in tutto il mondo dimostrano che gli effetti del reflusso gastrico sono presenti anche nell’orecchio, nei seni paranasali, a livello dentario e addirittura nell’occhio, a livello congiuntivale. Allergie, asma, russamento, apnee notturne, BPCO, bronchiti, polipi e noduli delle corde vocali, ma anche tumori della laringe e della faringe possono avere una relazione con il reflusso laringo-faringeo. Ecco perché è importante identificarlo e perché è importante combatterlo.
Perché il mio medico non lo sa?
La domanda che i pazienti ripetono spesso è: “Perché il mio medico non lo sa?” Ci sono quattro motivi per cui il proprio medico non conosce questa patologia:
1) si tratta di una patologia silenziosa, che passa molto facilmente sott’occhio e che altrettanto facilmente viene confusa con altre malattie infiammatorie che colpiscono la gola;
2) si tratta di una patologia nuova, di recente definizione scientifica, codificata meno di 30 anni fa, e non ancora integrata nei programmi di studio delle scuole di medicina, e per la quale una cura farmacologica non è spesso sufficiente;
3) i gastroenterologi monopolizzano la gestione della “malattia da reflusso”, convinti che l’acido non sia in grado di risalire oltre l’esofago (ma se in posizione distesa l’acido risale fino all’esofago, perché non potrebbe andare oltre?);
4) la ultra-specializzazione che ormai domina qualsiasi campo medico (compresa l’otorinolaringoiatria) non aiuta ad ascoltare il paziente nella sua globalità, ad esaminare sintomi che non sono prettamente ORL (come il mal di stomaco, la nausea, il gonfiore addominale, la dispepsia, etc.): il medico ultra-specialista si dimentica, purtroppo, che prima ancora di essere “specialista” è un “medico”, e rifiuta di affrontare tutto ciò che non è nella sua stretta ultra-competenza.
Perché è necessaria la fibro-laringoscopia? È dolorosa? Si fa con l’anestesia? Non posso iniziare direttamente a prendere un gastroprotettore come Lucen o Pantorc?
La fibro-laringoscopia è l’esame che permette al medico specialista otorino di vedere la laringe, la faringe e le corde vocali. E assicurarsi che il problema sia davvero il reflusso laringo-faringeo e non una malattia benigna (noduli o polipi delle corde vocali, ad esempio) o, peggio, una malattia maligna (un tumore laringeo, ad esempio). Non è un esame doloroso, ma può determinare un certo fastidio, al pari del fastidio che veniva suscitato dai tamponi nasali eseguiti in tempo di COVID-19. Non va fatta con l’anestesia perché è fondamentale che il paziente sia sveglio e collabori, emettendo alcuni suoni su indicazione dell’otorino, per verificare il corretto funzionamento delle corde vocali.
Purtroppo in letteratura è sempre più descritta l’associazione tra il reflusso acido e la comparsa di una neoplasia. Per questo motivo, anche se il paziente è affetto semplicisticamente da una malattia da reflusso, è sempre opportuno escludere la presenza di una patologia più pericolosa per la vita. In particolar modo, questo va fatto se il paziente è un soggetto fumatore o un soggetto bevitore di bevande alcoliche.
Si guarisce dal reflusso laringo-faringeo?
Sì, si guarisce. Come? Con una terapia, in fase acuta. Ma la terapia non basta. I farmaci anti-reflusso (Lucen, Pantorc, Gaviscon, Maalox…) aiutano, ma non bastano. È fondamentale lavorare sull’alimentazione e sullo stile di vita. Questo perché sullo sviluppo di questa patologia intervengono anche fattori anatomici (l’ernia iatale o disturbi della motilità esofagea, ad esempio), psicologici (lo stress in primis), farmaci assunti per altre patologie (antipertensivi, statine, cardioaspirina, etc.), ma anche l’alimentazione e lo stile di vita. E se sui fattori anatomici e psicologici è difficile lavorare, così come è difficile lavorare sui farmaci che si assumono per patologie croniche, è invece possibile lavorare (bene) sullo stile di vita e sull’alimentazione. Ed è fondamentale farlo. Il prima possibile. E il più a lungo possibile.
Ricorda:
le medicine non sono la cura per tutto: in patologie come il reflusso laringo-faringeo, le medicine aiutano, ma non sono la soluzione definitiva; stile di vita e alimentazione sono fondamentali per avere un miglioramento e guarire;
non tutti i mal di gola dipendono da un’infezione batterica: il paziente che soffre di reflusso laringo-faringeo non è “più cagionevole di salute”, la sua mucosa laringea e faringea è più fragile e questo può spiegare perché gli episodi infiammatori possono colpirlo più facilmente; se non verrà curata la malattia da reflusso sottostante, continuerà ad ammalarsi;
non assumere terapie antibiotiche con semplicità: assumere l’antibiotico senza motivo può esporti ai rischi dell’assunzione di un farmaco (fotosensibilità, reazioni allergiche, shock anafilattico, etc) senza aiutarti a risolvere un mal di gola che in realtà potrebbe dipendere da altro (reflusso laringo-faringeo, alga tossica, faringite di origine virale, da COVID-19, etc.);
non assumere antinfiammatori o antipiretici con semplicità: anche questi farmaci non sono scevri da effetti collaterali indesiderati se assunti senza motivo;
non sostituire i farmaci consigliati dal tuo medico con semplicità: non farti condizionare da sconti o dai consigli del farmacista, e se c’è carenza di un prodotto in farmacia chiedi quando il prodotto tornerà disponibile; se il tuo medico ti ha prescritto quella molecola con una precisa ragione, sostituendola vanificherai il vostro obiettivo;
non assumere gastroprotettori o prodotti antireflusso senza motivo: questi farmaci non sono tutti uguali e non sono privi di effetti collaterali; il loro utilizzo deve essere indicato sempre dal tuo otorino specialista di fiducia;
la chirurgia non è la cura per tutto: secondo diversi recenti studi presenti in letteratura, molti interventi chirurgici che vengono fatti nel campo otorino (la chirurgia dei turbinati, dei seni paranasali, del russamento, etc.) possono non essere risolutivi se la malattia da curare ha un’associazione fisiopatologica con il reflusso laringo-faringeo;
lavora (e molto) sullo stile di vita: alimentazione, farmaci assunti per patologie croniche, abitudini di vita, stress influiscono (tanto) sul rapporto cervello-sistema digerente e contribuiscono alla comparsa del reflusso laringo-faringeo;
domandati: “ho un bravo dottore?”: la più grande esperta al mondo di reflusso laringo-faringeo, la Professoressa Jamie Koufman del New York Mt. Sinai Hospital, dice: “le credenziali e la reputazione del tuo medico sono importanti, ma ciò che rende un medico “grande” è la sua capacità di comunicazione: le parole hanno un potere e non puoi sottovalutare i benefici psicologici e motivazionali di avere un medico che ti ascolta, ti guarda e ti parla in modo incoraggiante e stimolante“;
di fronte ad una malattia di cui non hai mai sentito parlare, non aver timore, sii scettico e fai domande al tuo medico: perché facciamo questo esame? è necessario? da cosa è determinata questa malattia? quali sono gli effetti collaterali di questo medicinale? e per quanto tempo devo prenderlo? ci sono rischi? dovrò fare un intervento?
dopo essere stato dal tuo medico, chiediti: ha ascoltato pazientemente le mie preoccupazioni? mi ha spiegato adeguatamente le cure necessarie? era un buon comunicatore? mi guardava negli occhi mentre parlavamo? era empatico, paziente, affabile e professionale?
se il medico non risponde alle tue domande: non aver timore di cambiare medico e chiedere un secondo o un terzo parere;
non cercare le tue risposte sul Dr. Google: i meccanismi di indicizzazione di un argomento sui motori di ricerca presenti nel web seguono algoritmi che non corrispondono alla logica prevista dalla scienza medica e potrebbero darti false speranze o facili illusioni su un problema che magari non è associato al tuo quadro clinico, facendoti spaventare senza motivo o facendoti sottovalutare un problema che magari può essere molto serio.
Ascolta il tuo medico. La miglior difesa per te e per la tua salute è lui: un medico di cui ti fidi.
L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).