Allarme carenza di Nurofen e farmaci pediatrici in farmacia: ecco cosa fare
BARI, OTTOBRE 2022 – L’allarme sulla carenza di Nurofen e di molti altri farmaci soprattutto pediatrici non accenna a concludersi. Si tratta di una scarsità che è iniziata nei primi mesi estivi, e che non sembra rientrare, dal momento che anche quando il Nurofen torna in farmacia, questa disponibilità è saltuaria e in quantitativi minimi.
Si tratta di un problema di sanità pubblica importante che potrebbe diventare ancor più serio nelle settimane invernali con tonsilliti, otiti e faringiti, e che ha già provocato i suoi effetti sui pazienti in età pediatrica durante i mesi estivi. I genitori, di fronte ad episodi febbrili inattesi, non riuscendo a recuperare questi farmaci, hanno fatto ricorso direttamente alle cure dei Pronto Soccorso, ingolfando ulteriormente un settore in sofferenza.
Si tratta di una vera e propria cronicità: mancano medicinali salvavita, tante referenze di largo consumo. Particolarmente allarmante è la mancanza di farmaci ad uso pediatrico”.
Sono le parole del Presidente di Federfarma Napoli che in queste ore ha evidenziato quanto siano numerosi i farmaci indicati sul sito dell’AIFA come farmaci irreperibili.
Purtroppo anche il bene farmaco segue le ‘logiche di mercato’: così come in molti altri comparti le difficoltà nel reperire materia prima, i costi energetici e di trasporto stanno creando notevoli incertezze, anche la produzione di farmaci non può sottrarsi a questi problemi ed è sempre più difficile dare risposte a cittadini che spesso si vedono costretti a peregrinare tra farmacie nell’affannosa ricerca di quanto, magari, prescrittogli dal pediatra per il proprio figlio”.
Ecco cosa è importante sapere per far fronte a questa emergenza.
Cosa bisogna fare in caso di mancata disponibilità di Nurofen in farmacia?
Per ovviare a questo problema sono intervenute la Società Italiana dei Farmacisti Preparatori (Sifap) e l’Area Scientifico-culturale Galenica della Società italiana dei Farmacisti Ospedalieri (Sifo) che hanno redatto delle istruzioni operative per la preparazione di medicinali a base di ibuprofene, in particolar modo sotto forma di sciroppo per uso pediatrico.
Il farmaco fatto dal farmacista avrà la stessa scadenza di quello confezionato?
No. Il prodotto confezionato ha generalmente una scadenza massima di 2 anni dalla data di produzione. I farmaci galenici prodotti dal farmacista, invece, hanno una scadenza di massimo 6 mesi dalla data di produzione, come stabilito dalle norme attualmente in vigore. Ma alcuni farmacisti potrebbero stabilire una scadenza ridotta (da 30 a 90 giorni) sulla base degli eccipienti e degli espedienti tecnici utilizzati per la produzione del farmaco.
Il farmaco fatto dal farmacista avrà lo stesso sapore di quello confezionato?
Sì. Ma anche no. Il farmacista aggiungerà degli additivi che serviranno per rendere il farmaco il più possibile simili a quello originale (gusto arancia o fragola, nel caso del Nurofen). Ma potrebbe anche trasformare il sapore in gusti diversi (coca-cola, limone, etc.) a seconda delle preferenze del bambino (cosa che non sarebbe accaduta con il Nurofen).
E se al bambino non dovesse piacere il gusto del farmaco fatto dal farmacista, cosa posso fare?
Se il farmaco ha già un suo sapore, sarebbe preferibile non mischiare il farmaco con altre sostanze per evitare di trasformare il sapore in qualcosa di indefinibile. Se invece il farmaco è insapore, la raccomandazione è di evitare di addizionarlo a succhi acidi (pompelmo, arancia, ananas, mela), perché potrebbero alterare l’assorbimento dei principi attivi del farmaco. È preferibile, qualora necessario, mescolarli con succhi dolci come pesca o pera. Non è sempre consigliabile invece metterlo all’interno del latte, perché il latte potrebbe alterare l’assorbimento del principio attivo del farmaco. Se non avete alternative, prima del farmaco potete dare al bimbo qualcosa di freddo: il freddo riduce la sensibilità delle papille gustative e riduce la percezione del gusto dello sciroppo. Subito dopo il farmaco potete dare al bambino qualcosa di dolce, come una caramella o un gelato, che vada a coprire il sapore del farmaco che ha appena assunto.
Il farmaco avrà lo stesso costo di quello confezionato?
Dal momento che si tratta di una preparazione galenica, prodotta direttamente dal proprio farmacista di fiducia, e dal momento che questa preparazione esce fuori dagli schemi di produzione industriale (di migliaia di confezioni prodotte), il farmaco avrà sicuramente un costo lievemente superiore rispetto a quello confezionato.
Ma cos’è il Nurofen? E perché è così usato?
Il Nurofen è il nome commerciale di un farmaco chiamato ibuprofene. Si tratta di un farmaco anti-infiammatorio non steroideo (FANS) che viene utilizzato per il trattamento della febbre a tutte le età. In particolar modo, per la sua semplicità d’uso e per la sua palatabilità, è tra i farmaci più usati in pediatria per curare la febbre.
È indispensabile curare la febbre quando si presenta?
Questa domanda non è banale. I farmaci antifebbrili secondo le indicazioni della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale devono essere usati con l’unico obiettivo di trattare la sensazione di malessere del bambino, e non di eliminare la febbre. La febbre rappresenta un meccanismo di difesa contro le infezioni che rende difficile la replicazione di virus e batteri e aiuta il sistema immunitario ad intervenire.
Che altri farmaci si possono usare al posto dell’ibuprofene?
Per il trattamento della febbre gli unici farmaci raccomandati dalle Linee Guida internazionali sono paracetamolo e ibuprofene. Questo vale in particolar modo in età pediatrica, dal momento che il paracetamolo può essere utilizzato fin dalla nascita, mentre l’ibuprofene può essere usato dai tre mesi di età o da 5,6 kg di peso del neonato.
È possibile utilizzare il cortisone per abbassare la febbre?
No. Non è consigliato utilizzare cortisone per bocca per abbassare la febbre perché il cortisone è responsabile di una potente azione immunosoppressiva e può favorire infezioni batteriche o virali. Una terapia cortisonica va assunta sotto stretto controllo medico soprattutto nel caso di una febbre per la quale non è stata definita la causa.
Paracetamolo e ibuprofene possono essere somministrati assieme?
Assolutamente no. Così come non devono essere somministrati in maniera alternata perché la loro combinazione potrebbe aumentare il rischio di sovradosaggio e di effetti collaterali.
Bisogna essere a stomaco pieno quando si prende un farmaco contro la febbre?
Non necessariamente. Non è necessario nel caso del paracetamolo. Ma nemmeno nel caso dell’ibuprofene. È infatti noto che l’ibuprofene e i FANS possono creare problemi allo stomaco, ma questo avviene prevalentemente nel caso di lunghi trattamenti, effettuati in maniera continuativa o in modo cronico. Non nel caso di pochi episodi di assunzione che si limitano nell’arco di pochi giorni.
Perché paracetamolo e ibuprofene non possono essere somministrati sotto forma di supposte?
L’assorbimento di farmaci sotto forma di gocce o sciroppo è più costante e preciso rispetto al peso del paziente. Le supposte non sono particolarmente gradite da pazienti in età pediatrica. Questo porta i genitori, in caso di espulsione, a nuove somministrazioni che possono essere responsabili di sovradosaggio del farmaco.
Ci sono rimedi naturali per evitare l’assunzione di farmaci per ridurre la febbre?
Spugnature con acqua fredda, o con alcol e aceto, sono alcuni dei rimedi più popolari proposti per abbassare la febbre. Tuttavia in letteratura i dati scientifici sull’efficacia di queste pratiche sembrano indicare che servano a poco o a nulla.
Ulteriori approfondimenti | Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani; Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica in ambito ORL e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora alla stesura Ministeriale di Linee Guida in ambito otorinolaringoiatrico e ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore e coordinatore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica“.