BARI, AGOSTO 2022 – Con l’estate e le immersioni subacquee fatte con bombole o in apnea, ritorna il pericolo di barotrauma per gli amanti del mare. Benché questo rischio sia più alto per nuotatori e divers meno esperti, parlare di questa patologia con il proprio medico può essere di aiuto anche per i professionisti nel dissipare dubbi o false convinzioni.
Vediamo alcune delle domande che vengono fatte più spesso ad un otorino che si occupa di medicina subacquea e cerchiamo di capirne assieme qualcosa in più.
Innanzitutto, cos’è il barotrauma?
Si tratta di una malattia dell’apparato uditivo causata dalla differenza di pressione tra l’ambiente esterno e quello interno alla membrana timpanica (“orecchio medio”). In questa parte dell’orecchio, la pressione proveniente dall’ambiente esterno (in questo caso la pressione dell’acqua, che aumenta mentre si scende in profondità) viene contrastata dall’aria proveniente dalla tuba di Eustachio, un piccolo tubicino che collega il naso all’orecchio. L’aria che entra dal naso passa attraverso questo tubicino e raggiunge la membrana timpanica, mantenendola in equilibrio. Il barotrauma è una patologia che deriva da brusche variazioni della pressione esterna rispetto a quella interna, non consentendo alla tuba di Eustachio di mantenere un corretto equilibrio pressorio tra naso e orecchio.
Il barotrauma si verifica solo sott’acqua?
Le variazioni pressorie responsabili del barotrauma si possono verificare durante tutti i bruschi cambiamenti di pressione, salendo in alta quota in montagna o durante un volo aereo. Ma, in realtà, la causa più frequentemente responsabile di un barotrauma è l’immersione subacquea.
È più pericoloso immergersi con le bombole o in apnea?
Tutte le immersioni eseguite con imperizia sono pericolose. Sia se eseguite con l’ausilio delle bombole che in apnea. In situazioni di normalità, invece, mettendo a confronto le due tecniche di immersione, l’apnea deve essere considerata più pericolosa perché prevede una discesa in profondità molto più rapida e più brusca rispetto alla discesa graduale che viene eseguita con le bombole.
Perché quando si verifica un barotrauma sento in maniera ovattata e solo in seguito avverto dolore?
In un soggetto sano, la tuba di Eustachio, quel piccolo tubicino che mette in comunicazione il naso con l’orecchio, fa passare aria nell’orecchio. L’aria che raggiunge la membrana timpanica contrasta correttamente l’aumento della pressione proveniente dall’acqua esterna. In condizioni patologiche, invece, dovute ad infiammazioni del naso o dell’orecchio, la tuba di Eustachio può restringersi, l’aria può non riuscire a raggiungere l’orecchio e questo equilibrio può venire meno. La membrana timpanica non è più in equilibrio, non funziona più correttamente. E non trasmette più il suono alla coclea, così come invece dovrebbe fare. È per questo motivo che durante un volo aereo o durante un’immersione subacquea può comparire prima la sensazione di orecchio ovattato, e solo dopo una sensazione di dolore.
Quando mi è capitato di sentire così ovattato, ho spinto l’aria verso l’esterno con naso e bocca tappata. È corretto eseguire questa manovra?
La manovra di espirazione forzata a bocca chiusa e naso chiuso è chiamata manovra di Valsalva. È sicuramente una delle manovre più utilizzate per contrastare la sensazione di orecchio chiuso. Ma non è sempre una manovra sicura. Questa manovra di compensazione, infatti, può determinare una iperpressione rinofaringea anche di +30 mmHg. Nei casi più gravi, infatti, in cui ci sono già delle infiammazioni di naso o orecchio, forzare la pressione in maniera impropria può anche provocare lesioni di queste zone del nostro organismo. E la lesione più pericolosa che può verificarsi in acqua è la perforazione della membrana timpanica.
Perché è pericolosa la perforazione della membrana timpanica durante un’immersione?
La membrana timpanica fa da barriera tra la parte esterna dell’orecchio e la parte più interna, in cui ci sono la coclea (che permette di sentire i suoni) e l’apparato vestibolare (che permette di restare in equilibrio). Se si verifica una lesione della membrana timpanica in immersione, può entrare acqua nella parte interna dell’orecchio. L’ingresso di acqua fredda, però, a contatto con il sistema vestibolare, può stimolare i liquidi contenuti all’interno del labirinto e far comparire delle vertigini molto violente. Il subacqueo può perdere l’orientamento spaziale e questo può rivelarsi talmente pericoloso da metterne a rischio anche la stessa vita.
Si può davvero rischiare la vita per un barotrauma?
Il DAN (Divers Alert Network), la più nota fondazione internazionale che assiste i subacquei durante le immersioni, stila ogni anno un report di tutti gli incidenti in immersione. Il barotrauma è l’incidente più frequente che può verificarsi sott’acqua e, in tutto il mondo, ogni anno, sono segnalati anche casi di decessi causati da barotraumi verificatisi in immersione.
Come mi accorgo che si sta verificando un barotrauma?
Il dolore all’orecchio è il primo segno premonitore. Il più importante. Il subacqueo che avverte dolore deve ridurre la pressione esterna, deve smettere di scendere, deve fermarsi e poi risalire piano verso la superficie ed uscire dall’acqua.
Come faccio ad evitare che mi compaia un barotrauma?
La parola chiave per evitare un barotrauma è: prevenzione. Un subacqueo che ha una cattiva areazione del naso e della tuba di Eustachio deve saperlo prima di eseguire la sua prima immersione. Eventuali dismorfismi nasali (deviazioni del setto nasale, presenza di creste ossee del setto nasale, ipertrofie dei turbinati, malattie infiammatorie della mucosa nasale, etc.) sono le principali responsabili di questo imperfetto passaggio dell’aria già soltanto nel naso. E se l’aria non passa nel naso, non può raggiungere l’orecchio. E non facilita così il corretto equilibrio della membrana timpanica. Per questo motivo dovrebbe essere sempre eseguita una visita medica otorinolaringoiatrica prima di scegliere questo sport, sia a livello amatoriale che a livello professionistico.
Perché è importante la visita otorino in un subacqueo?
La visita otorino è importante sia per individuare soggetti che hanno delle situazioni di predisposizione fisica (deviazione del setto nasale, ipertrofia dei turbinati…), sia individui che hanno delle infiammazioni a carico delle prime vie aeree. Ma anche soggetti che hanno entrambe le cose (una deviazione del setto nasale, ad esempio, assieme ad una otite). Ed è anche fondamentale comprendere se le infiammazioni sono occasionali (raffreddore, sinusite acuta, otite, etc.) o se sono infiammazioni che accompagnano il soggetto durante tutto l’anno (riniti allergiche, riniti vasomotorie, sinusiti croniche, etc.). Tutto questo è fondamentale per predisporre terapie preventive finalizzate a risolvere questi problemi e consentire così una immersione in perfetta sicurezza.
Cosa deve valutare lo specialista otorino in un subacqueo?
Nell’ambito della visita otorino è importante eseguire una otoscopia (uno studio dell’orecchio esterno e della membrana timpanica), una audiometria (uno studio della capacità uditiva del soggetto) e una impedenzometria (uno studio del corretto funzionamento della membrana timpanica). Tra tutte queste valutazioni, l’esame impedenzometrico è importantissimo perché consente di studiare la pressione cui è sottoposta la membrana timpanica e il buon funzionamento della tuba di Eustachio che resta l’organo fondamentale che consente una corretta areazione tra naso ed orecchio medio.
In tutti coloro che praticano una attività sportiva, lo specialista otorino è lo specialista più idoneo per valutare una buona respirazione nasale. Lo specialista otorino è un alleato importante per eseguire una corretta e completa valutazione rinologica. Respirare dal naso è importantissimo per ogni atleta. E, ancor di più, per chiunque voglia svolgere un’attività subacquea.
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L'autore
Il Dott. Paolo Petrone è un medico, specialista in otorinolaringoiatria e chirurgia di testa e collo. Docente universitario di otorinolaringoiatria e membro di diverse società medico-scientifiche di calibro nazionale e internazionale. È appassionato di tecnologia e utilizza con spirito critico le tecnologie dell’informazione per fare divulgazione scientifica e diffondere innovazione digitale.
Ha realizzato numerosi progetti tra cui, tra il 2017 e il 2019, una raccolta di quasi 20.000 firme che hanno contribuito alla stesura di un progetto di legge con successiva promulgazione in legge dello Stato (L. n.10 del 10/02/2020: “Norme in materia di disposizione del proprio corpo e dei tessuti post mortem a fini di studio, di formazione e di ricerca scientifica”).
Ha collaborato e collabora ad attività di ricerca commissionate da Enti Istituzionali italiani e stranieri ed è autore e co-autore di articoli scientifici di ricerca nel campo delle patologie otorinolaringoiatriche, di presentazioni a congressi scientifici italiani e stranieri e di testi divulgativi a contenuto scientifico.
Nel 2022 è stato autore della Relazione Ufficiale del 108° Congresso Nazionale della SIOeChCF – Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale: “Otorhinolaryngologists’ role in the management of epidemic respiratory human infectious disease COVID-19″. La Relazione è stata pubblicata sulla rivista scientifica “Acta Otorhinolaryngologica Italica” (Journal Impact Factor: 2.618).