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Le riniti allergiche

Cos’è la rinite allergica?

La rinite allergica è una infiammazione della mucosa nasale che è causata dall’azione di una piccola molecola dalle dimensioni comprese tra 10 e 200 micron (si pensi che un globulo rosso è grande 8 micron). Questa piccola molecola si può diffondere nell’aria e viene chiamata allergene.

È una malattia ereditaria?

La rinite allergica è causata da una condizione che si trasmette attraverso i nostri geni e che si chiama atopia. E può essere trasmessa di padre in figlio. L’atopia può indicare che il soggetto potrà essere allergico, ad esempio, al polline dell’ulivo o al polline del banano del Guatemala. Ma affinché questa allergia si possa manifestare è importante che il soggetto entri a contatto con l’allergene verso cui ha questa predisposizione. Finché questo individuo non incontrerà un ulivo o un banano del Guatemala non starà mai male.

E quando lo incontrerà, cosa gli succederà?

La prima volta in cui un soggetto entra a contatto con un allergene non starà male. Questa fase si chiama sensibilizzazione. L’allergene entra nel naso e attiva la risposta infiammatoria dell’organismo che è scritta nel codice genetico. Si tratta quasi di una fase preparatoria. Con cui l’organismo prepara le armi per potersi difendere. Le cellule nasali si riempiono di molecole infiammatorie ma, in questa fase, le molecole non si liberano ancora nel naso. E questa fase di sensibilizzazione può essere più o meno lunga nella vita di un individuo. Questo è il motivo per cui possono passare anni affinché si manifesti una allergia.

Ma gli allergeni agiscono solo nel naso?

Assolutamente no. Come sanno benissimo i soggetti che soffrono di allergie, le allergie possono essere causate da allergeni inalanti (come polvere, pollini, muffe, peli di cane e gatto…) oppure possono essere causate da allergeni che vengono introdotti nel nostro corpo attraverso l’alimentazione.

Come agiscono gli allergeni all’interno del naso?

Una volta inalati nel naso, gli allergeni entrano a contatto con la mucosa nasale e, se la fase di sensibilizzazione è stata già superata, se le molecole dell’infiammazione sono pronte, nel naso si scatena una tempesta infiammatoria incredibile. La più famosa e la più potente tra tutte molecole infiammatorie è l’istamina, ma non è l’unica che si può trovare nel naso di un soggetto allergico. Questo spiega perché spesso gli antistaminici non funzionano perfettamente e necessitano di altre terapie.

Ho notato che durante il periodo del COVID-19, quando è diventato obbligatorio usare le mascherine, è migliorata la mia allergia ai pollini. È un caso?

Assolutamente no. Le mascherine hanno un potere filtrante variabile a seconda del modello di mascherina che noi utilizziamo. Le mascherine FFP2 che sono diventate obbligatorie nel corso degli ultimi anni, ad esempio, sono molto più filtranti delle mascherine chirurgiche. Nascono per bloccare l’ingresso nelle vie respiratorie di virus e batteri, che sono molto più piccoli dei pollini. Questo significa che la loro azione si manifesta anche nei confronti dei pollini. E spiega perché, da quando si usano le mascherine FFP2, anche le allergie sono un po’ migliorate.

Quindi se uso sempre la mascherina, sono sicuro che la mia allergia ai pollini sparirà?

Purtroppo questa non è una certezza. Perché i pollini agiscono anche attraverso la mucosa congiuntivale. Molti individui che soffrono di rinite allergica, infatti, spesso lamentano anche una congiuntivite con abbondante lacrimazione. Gli allergeni e le cellule dell’infiammazione, in questi casi, possono spostarsi dall’occhio e raggiungere il naso attraverso un piccolo canalino che mette in comunicazione l’occhio con il naso: il dotto naso-lacrimale. E così attiveranno una risposta infiammatoria anche nel naso.

Ma se soffro di allergia e il mio naso è già irritato, le mascherine non possono aumentare questa irritazione?

In realtà l’irritazione non è causata direttamente dalle mascherine. Molti pazienti possono essere interessati dalla risalita di gas acidi provenienti dallo stomaco che vanno verso la bocca e il naso (una malattia che spesso è misconosciuta ed è chiamata “reflusso laringo-faringeo“). L’utilizzo delle mascherine non aiuta la liberazione di questi gas verso l’ambiente esterno e ne facilita una ri-respirazione del soggetto, aumentando così l’irritazione nasale che colpisce un soggetto con rinite allergica.

Ok, quindi alla fine le mascherine aiutano, ma non sono infallibili. Ma perché i farmaci non funzionano sempre bene?

La terapia farmacologica deve essere personalizzata sulla base delle allergie specifiche che ha ogni individuo. Pensate ad un soggetto che è allergico a più pollini che hanno picchi di fioritura diversi durante l’anno. Bisognerà capire quale tra tutti è il più problematico. Ma anche questo non è abbastanza. Sono fondamentali i tempi di inizio e di prosecuzione della terapia. Il fatto che “non esistano più le mezze stagioni” fa capire che una buona terapia deve essere studiata sulla base di un calendario pollinico che può essere più o meno variabile ogni anno. Un buon rinologo deve essere anche un buon metereologo. Perché alla conoscenza delle stagioni si deve aggiungere anche la conoscenze di altre condizioni atmosferiche fondamentali per un soggetto allergico ai pollini: il vento e la pioggia. Con il vento, infatti, i pollini si liberano nell’aria e raggiungono con maggiore concentrazione il naso di ognuno di noi. Con la pioggia, al contrario, i pollini si appesantiscono e si posano sul terreno, riducendo la loro diffusione nell’aria.

Questo significa che anche la zona in cui si vive influenza molto l’effetto dei pollini?

Certamente sì. Non è vero che il solo vivere in campagna può provocare più allergie. Indipendentemente dal tipo di polline a cui si è allergici, e indipendentemente dall’ambiente rurale o cittadino in cui si abita, vivere in una zona in cui piove poco, e che è fortemente ventilata, non è d’aiuto per chi soffre di rinite allergica.

E cosa può consigliare un otorino, al di là dei farmaci, per far migliorare questa antipatica malattia?

Uno dei consigli più utili per il paziente, il più semplice ed economico, è quello di farsi tanto – e spesso – dei lavaggi nasali. Con della semplice soluzione fisiologica. Il lavaggio del naso funziona come lo sciacquone del wc. L’acqua arriva e si porta via tutti i pollini presenti ancora nel naso. Anche quando siamo in un ambiente chiuso. Anche se siamo convinti che dentro casa i pollini non ci siano. Perché in realtà quei pollini noi li abbiamo già respirati mentre eravamo fuori, in giro, a scuola o al lavoro. E con un semplice lavaggio nasale potremmo migliorare di molto i nostri sintomi.

Solo quando poi tutti questi consigli non basteranno più, diventerà necessario rivolgersi al proprio specialista otorino di fiducia per valutare la migliore soluzione terapeutica che sarà più indicata per il paziente.

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